sabato 14 luglio 2007

Tornare alla moneta di Stato

Tornare alla moneta di Stato, libera da interessi; vietare l'espansione del credito creato dalle banche per la speculazione; abolire la Banca Centrale privata come banca d'emissione.La novità è che ad avanzare queste proposte rivoluzionarie non è un economista «selvaggio» alla Gesell o alla Ezra Pound, bensì Richard Cook, che è stato per vent'anni altissimo funzionario al Dipartimento del Tesoro USA e ha lavorato con Carter alla Casa Bianca.Solo così, dice, si può salvare il mondo dall'imminente crak globale.In un importante articolo (1), Cook definisce la globalizzazione e il sistema finanziario globale che su essa prospera «un manicomio».«E i matti, come spesso accade in economia, dirigono il manicomio: sono i banchieri centrali e i magnati della finanza. L'economia del pianeta è decisamente in declino, un declino che i finanzieri non possono fermare perché la causa è il sistema di cui loro sono gli operatori».«Il problema non è limitato agli USA. La disoccupazione cresce in tutto il mondo, l'indebitamento sale, le infrastrutture non vengono rinnovate, i prezzi delle materie prime aumentano. Ciò che accade illumina i fallimenti della finanza globalista occidentale, che ha devastato la stabilità politica», ossia è la causa diretta delle guerre, del terrorismo e della grande criminalità endemiche nel sistema globale, dice Cook.Probabilmente «vedremo gravi crisi finanziarie nei prossimi mesi: l'allarme viene da istituzioni superciliose come la Banca del Regolamenti Internazionali e il fondo Monetario. Potremmo anche assistere alla fine dell'epoca in cui i finanzieri hanno governato il mondo».Siamo vicini al punto di rottura in cui gli Stati o i loro militari o i loro apparati possono smettere di essere passivi davanti al disordine crescente.«Sta già accadendo in Russia», nota Cook.Gli Stati che meno saranno capaci di riprendere in mano il loro destino, aggiunge, saranno quelli che sono rimasti più passivi davanti alla decomposizione provocata dal loro settore finanziario. (2)Quelli che hanno applicato più pedissequamente i dogmi liberisti: privatizzazione, deregulation, speculazione libera.

Qual è la causa del disastro, per Cook? «La proliferazione di masse di credito bancario», risponde, «usato per tenere a galla il mercato azionario e alimentare i giochi speculativi dei fondi di copertura (hedge) e sui derivati».Questa massa di liquidità ha tra i suoi effetti di aver provocato «il declino dei salari» a causa della inflazione che ha generato.Dal 1965 il dollaro ha perso l'85% del suo potere d'acquisto, mentre l'economia finanziaria ha fatto, di coloro che sapevano come condurre i giochi, dei miliardari.Gli Stati Uniti erano la più grande potenza industriale del mondo.Oggi sono de-industrializzati e comprano beni industriali dall'estero.Trionfa un sistema di economia che Michael Hudson, docente di economia alla University of Missouri-Kansas City, ha battezzato «FIRE»: la parola, che significa «fuoco», è l'acronimo per «Finance, Insurance, Real Estate» - finanza, assicurazioni, speculazione immobiliare essendo ormai quasi le sole «attività» dell'economia USA. Insieme ai servizi non avanzati (bar, alberghi, ristoranti) e alle industrie delle armi, aggiungiamo noi.Anche in Italia un istituto che ha pasticciato con gli «hedge funds», l'Italease, ha perso un terzo del suo capitale.Nella finanza anglo-americana, lo stesso destino ha travolto Bear Stern.Cook punta il dito su questi organismi: «Il trucco finanziario più irresponsabile della storia».Esenti da ogni regolazione e usi ad agire in segreto, in USA valgono ormai un terzo di tutto il mercato azionario, possiedono attivi per 2 mila miliardi (2 trilioni) di dollari, e pagano ai loro gestori premi da un miliardo di dollari l'anno.Come hanno fatto gli hedge funds a diventare così strapotenti e ricchi?Risponde Cook: prendendo a prestito somme enormi dalle banche, le quali «generano prestiti attraverso il metodo della riserva frazionale, autorizzato dalla Federal Riserve».E' la prima volta in molti anni che una personalità non-marginale evoca la frode primaria su cui si basa il potere usurario, il credito frazionale.Per una più approfondita spiegazione su cosa si tratti, rinvio al mio «Schiavi delle Banche» (Effedieffe, di cui tra poche settimane uscirà una riedizione, ampliata e aggiornata).

In breve, si chiama «credito frazionale» la pratica delle banche di prestare a terzi molto più di quello che hanno in cassa.Se un risparmiatore deposita nel suo conto corrente 100 euro, la banca presterà non quei cento euro, ma mille.Il deposito del risparmiatore (un «passivo» per la banca, perché su di esso paga i modestissimi interessi al depositante) è solo la «riserva» in base alla quale può «creare denaro dal nulla», moltiplicandolo al momento di aprire un fido ad un imprenditore o un mutuo a chi compra una casa. Questi prestiti sono «attivi» per la banca (perché lucra interessi non modesti su 900 euro che non ha), ed è interesse della banca minimizzare i passivi e aumentare al massimo gli attivi.In teoria, la banca vorrebbe operare con pochissimi depositi (passivi) e fare tantissimi prestiti creando denaro dal nulla.Le Banche Centrali impongono perciò una riserva obbligatoria, ossia la percentuale di soldi che la banca deve avere in cassa rispetto ai fidi che ha aperto.Per lo più le banche amano operare con una «riserva» del 3-5%, il che consente di prestare circa venti volte il denaro che hanno in deposito, ma aumenta il rischio della loro insolvenza.Sicchè la Banca dei Regolamenti Internazionali sta cercando di imporre la «riserva obbligatoria» dell'8%, che consente di prestare «solo» una decina di volte i depositi in cassa.La riserva obbligatoria viene usata per modulare la liquidità.Una riserva del 3% produce un'espansione del credito, una riserva dell''8 una riduzione della liquidità nell'economia.In ogni caso, si tratta di denaro creato dal nulla - non guadagnato, non corrispettivo alla produzione di merci reali, non frutto di risparmio - che circola nell'economia come moneta, provocando l'inflazione.Anzi ne è la causa primaria.Inoltre, è denaro «privato».Praticamente, tutta la liquidità in circolazione ha questa origine, perché anche la «moneta» degli stati è debito, creata attraverso l'emissione di Buoni del Tesoro.Col sistema del credito frazionale, dice Cook, «la moneta viene ad esistere soltanto sotto forma di prestiti ad interesse. E questi interessi, anche se apparentemente bassi, diventano schiaccianti se l'economia reale non cresce allo stesso tasso».

L'acquisto di Buoni del Tesoro, lo shopping con le carte di credito, la contrazione di mutui per la casa, fino ai prestiti miliardari (in euro) concessi agli hedge funds dalle banche perché possano speculare, sono prestiti.«Ciò significa che debbono essere restituiti, in qualche momento, in qualche luogo, da qualcuno, con gli interessi. E in ultima istanza, a pagare è la gente che lavora per guadagnarsi da vivere, perché il lavoro è la sola fonte di ricchezza reale».E' la tosatura continua e inavvertita che l'usura (le banche, la finanza) opera ogni giorno da secoli sulla ricchezza prodotta dal lavoro.Inavvertita finchè la ricchezza in merci e beni o servizi prodotta dal lavoro è comunque superiore alla percentuale prelevata dalle banche.Ma oggi siamo al punto in cui le banche e l'usura prelevano più di quanto l'economia reale produca: la tosatura è diventata una scorticatura, che uccide le pecore, ossia il gregge che siamo noi.Oggi, il prodotto lordo italiano ha una crescita anemica sotto il 2%.E le banche, con i mutui e i fidi agli imprenditori produttivi, prelevano il 14-16%.Negli Stati Uniti, il rapporto è più o meno lo stesso.Ne consegue che le imprese che non si autofinanziano, ma devono ricorrere a prestiti bancari, devono produrre il 20-22% per restare a galla.Cosa impossibile in un'economia anemica.Nel trionfo della finanza che ci indebita tutti, l'economia reale in Occidente deperisce e muore. Perché?E' la stessa finanza speculativa la causa del deperimento mortale: essa distoglie i suoi pseudo-capitali dalle industrie «mature», perché fruttano poco, e li getta a finanziare invece le attività «innovative» (hi-tech, per esempio) o quelle che hanno tassi di profitti enormi perché limano il costo della manodopera: tipicamente, finanziano la crescita dell'industria in Cina, perché là i lavoratori sono pagati un ventesimo di quelli europei.Il capitale si retribuisce così sempre di più a spese dei salari, ossia del lavoro.Ma l'effetto è quello che soffriamo oggi tutti nel mondo sviluppato: i posti di lavoro ben pagati scompaiono, sostituiti da lavori precari nei «servizi non avanzati», o emigrano in Cina o Romania.La de-industrializzazione riduce in Occidente il potere d'acquisto, e quindi i consumi.La finanza prova a farci consumare di più offrendoci «prestiti al consumo» con euforica abbondanza: compratevi la BMW che non vi potete permettere, tanto la pagherete con comode rate. Prendete la casa dei vostri sogni, eccovi il mutuo al 100%.Fate il passo più lungo della gamba, tanto la banca vi anticipa il denaro che non avete.Denaro a prestito.Su cui il consumatore-cicala deve pagare gli interessi per anni.Viene il momento in cui gli interessi lo schiacciano, perché sono più grossi della paga (che gli viene, se non è un parassita pubblico fortunato) dall'economia reale.Come si fanno a pagare gli interessi se lo stipendio diminuisce rispetto al costo della vita?Se si perde il lavoro perché è emigrato in Cina?Come sta già accadendo in America, dove gente che guadagnava poco ha contratto mutui anche se aveva una storia di passate insolvenze, viene il momento in cui il debitore non può pagare.Accade anche in Italia e accadrà sempre di più: i mutui a tasso variabile diventano trappole in una situazione economica generale declinante, o che cresce del 2% o meno.Ma intanto, le banche e gli speculatori finanziati dalle banche hanno sparso quei debiti di insolventi potenziali in «coriandoli»: rivendendo a terzi quelle cambiali di dubbio esito, spesso inventando con esse «prodotti finanziari creativi» potentemente «leveraged», ossia potenziati con effetto moltiplicatore coi derivati… debiti su debiti all'ennesima potenza, comprati con denaro creato dal nulla e preso in prestito.

L'effetto finale: una grande crisi con insolvenze a catena - i piccoli debitori che fanno fallire le banche e i fondi d'investimento perché non pagano - e tutto il castello di carte che crolla con deflazione, disoccupazione, mancanza di capitali e di liquidità.La crisi del 1929.«Ma la situazione oggi è peggio che nel '29», avverte Cook, «perché il peso degli interessi rispetto all'economia reale è oggi molto più grave. Negli anni '20, l'economia USA era in miglior forma, per il solo fatto che tanta parte della popolazione era produttivamente impiegata nelle fabbriche e nei campi».Oggi, invece, la gran parte della popolazione non produce merci né oggetti né derrate.L'America importa, indebitandosi con la Cina.Che il processo sia già cominciato lo dimostra il fatto che, in base ai dati della stessa Federal Reserve, «la moneta M1, la parte del circolante più liquido e disponibile per gli acquisti dei consumatori, non solo cresce meno dell'inflazione, ma è di fatto calato in undici degli ultimi dodici mesi. Ciò significa che l'economia produttiva è già entrata in recessione profonda».Naturalmente il sistema finanziario sta attivando tutti i suoi trucchi perché il pubblico non prenda subitanea coscienza del disastro.Il «President's Working Group in Financial Market», l'organo segreto chiamato anche «plunge protection team» (squadra di protezione dai crolli azionari, composta di banchieri ed esperti del Tesoro) sta iniettando capitali moltiplicati col «leverage», attraverso i derivati, per far salire la Borsa.La speranza è di rendere l'atterraggio non troppo «duro». Ma ogni trucco per rendere l'atterraggio morbido peggiora il male.Si risolverà in una «degrado a lungo termine degli standard di vita» di USA e dell'Occidente.In USA, i peggio colpiti saranno i pensionati o coloro che si stanno facendo la pensione «privata», depositando i risparmi in fondi d'investimento i cui portafogli azionari cadranno di colpo o si deprezzeranno lentamente, ma ineluttabilmente, anche perché sono strapieni di «coriandoli» rappresentanti i debiti dei debitori che hanno contratto mutui e che non stanno pagando.Ma la rovina dei molti non trascinerà con sè gli speculatori.Non c'è giustizia immanente nella finanza globale.Spiega Cook: «Le banche, insieme ai 'private equity' e agli hedge funds finanziati a leva della banche, si stanno già preparando. Questi, che sanno, si mantengono liquidi per prepararsi».A Cosa?«Alla grande svendita di attivi» che avverrà.Case e terreni sequestrati ai debitori insolventi, fabbriche sane ma ridotte al fallimento dagli interessi e dal crollo dei consumi, verranno via per un boccone di pane.In aste deserte, dove solo i pochi con «i liquidi» concorreranno, mentre i più non avranno liquidi né prestiti a basso costo.Che fare? «Una immediata riforma monetaria» che tolga «il controllo dell'economia mondiale dalle mani dei banchieri privati e lo restituisca ai governi democraticamente eletti».Sulla credibilità dei governi democratici - così profondamente corrotti oltre ogni terapia, così adusi a violare il bene comune per obbedire alle lobbY - è lecito porre qualche dubbio.Ma ciò che conta è che Cook, un personaggio che ha avuto incarichi ufficiali, esprima alcune verità «proibite» sulla moneta.«Nei miei vent'anni al Tesoro», dice, «ho studiato la storia monetaria Usa. E per la maggior parte della nostra storia siamo stati un laboratorio di sistemi monetari diversi».«Durante e dopo la Guerra Civile (1861-5) abbiamo avuto, per alimentare la nostra economia, cinque diverse fonti di liquidità».1) I «greenback», ossia i dollari di Stato, che il governo Lincoln creò dal nulla per pagare stipendi e forniture. Questi dollari di Stato differiscono dai dollari emessi dalla Federal Reserve perché non sono gravati da interesse. Sono stati demonizzati (e Lincoln ucciso) con il motivo che «creavano inflazione». Cook lo nega: non creavano inflazione, anzi «fu una divisa di estremo successo» (purché, s'intende, emessa con oculatezza).2) Le monete d'oro e d'argento e le banconote emesse dal Tesoro coperte dai metalli.3) Le banconote messe in circolazione dalle banche nazionali, ad interesse.4) La quarta forma: i guadagni non spesi, ossia i risparmi degli individui e i profitti reinvestiti dalle imprese: «Questa era la fonte primaria di capitali per l'industria». E la sola forma sana, perché il denaro risparmiato per essere investito non è inflazionario, essendo contemporaneamente sottratto ai consumi.5) Il mercato azionario e obbligazionario.Solo dopo il 1913, quando il Congresso varò il fatale «Federal Reserve Act», le banche diventarono la prima e praticamente unica fonte di pseudo-capitale.«Attraverso il debito di guerra inflazionarono il circolante, distruggendo così il valore dei greenbacks e dei conii». Molto più tempo è occorso alle banche per marginalizzare il mercato azionario: di fatto, anziché marginalizzarlo, «se ne sono impadronite nell'epoca attuale a forza di fusioni, acquisizioni e buy-out leveraged» (ossia prestando denaro ad interesse per queste operazioni in ultima analisi distruttive: con le fusioni-acquisizioni nessuna nuova impresa viene creata, ma imprese esistenti vengono inglobate; coi buy-outs, imprese esistenti vengono smantellate e rivendute a pezzi, per pagare i debiti).Così è stata creata - con la complicità della Federal Reserve posseduta dalle banche, che creava e sgonfiava «bolle speculative» per far funzionare la giostra - l'attuale schiacciante piramide di debiti.Dunque, si deve restaurare la sovranità monetaria dello Stato.Eliminata la Federal Reserve privata, la creazione di moneta deve tornare al popolo attraverso i suoi rappresentanti: «E' ciò che dice la Costituzione» americana, ed è il sistema che esisteva prima del 1913.L'obbiettivo della nuova politica monetaria sarà quello di «assicurare una economia sanamente produttiva e fornire un reddito sufficiente agli individui», non già di «produrre enormi profitti per le banche, liquidità per i trucchi di Wall Street e spese incontrollate per il governo».Cook sottolinea: «Ho parlato di creare 'reddito' per gli individui, non 'lavoro'».L'idea di superare le crisi creando lavoro è propria di Keynes, che consigliava di porre i disoccupati a scavare buche e riempirle di bottiglie vecchie - un lavoro qualunque, inutile, pur di pagare salari; la sua ultima, maligna incarnazione è lo stato USA che spende enormi somme (prese a prestito) per alimentare l'enorme espansione del complesso militare-industriale, che «crea lavori militari, burocratici e mercenari»: assolutamente improduttivi come le buche di Keynes.

Anzi peggio: perché ogni nuova portaerei, ogni nuovo F-16 e ogni nuovo missile è denaro sottratto a nuove scuole, case, assistenza sanitaria.L'enormità stellare, mai vista nella storia mondiale, delle spese militari rivela che l'economia è nel complesso tanto produttiva da potersi permettere questo tipo di spese malvagie.Perché allora non potrebbe permettersi un «reddito personale», diciamo 10 mila dollari annui, dato a ciascun cittadino che lavori o no?Cook dipinge un'utopia rosea.Madri che possono, se vogliono, stare a casa ad allevare i figli, «come si faceva una generazione fa».Gente che per scelta si occupa di cura degli anziani.O che può scegliere occupazioni mal pagate, come insegnare o «darsi all'arte».Giovani che possono decidere di passare qualche anno viaggiando, o imparare qualche nuova tecnica o aprire una loro attività «senza essere schiacciati dalla rovina finanziaria».O pensionati che possono godersi la libertà, anziché stare fino a 70 anni sul «mercato del lavoro».Utopia troppo rosea, si dirà.Forse è vero.Ma il lato utopico non è nella mancanza di denaro: una volta che l'economia moderna, prodigiosamente produttiva, sia liberata dal peso degli interessi bancari e dalle spese militari immani, avrà abbastanza risorse per pagarsi la civiltà sognata da Cook.L'utopia, piuttosto, sta nel credere possibile che una società profondamente corrotta dal prestito di moneta creata dal nulla - la società assatanata di consumi superflui, vogliosa di telefonini, affamata di gadget che la pubblicità ha reso «status symbols» - si adegui a questo ritmo di vita dove il superfluo (a credito) sparirà.Il cambiamento spirituale dovrebbe essere epocale: lavorare per senso di responsabilità e non per sete di guadagno, ridurre l'egoismo privato, ridefinire le proprie priorità personali in base a una autentica volontà di «essere» inaudita e insolita nel mondo d'oggi.In ogni caso, Cook stila tutto un programma per la sua riforma:1) Generale cancellazione dei debiti.2) Un introito individuale di 10 mila dollari a ciascuna persona, che lavori o no.3) In aggiunta, un «Dividendo Nazionale, variabile con la produttività nazionale per distribuire ad ogni cittadino la sua giusta quota dei benefici della nostra economia, incredibilmente produttiva».4) Spesa diretta dello Stato che crea la sua moneta per pagare infrastrutture ed altri costi necessari «senza ricorrere alla tassazione o all'indebitamento».5) Creazione di un nuovo sistema di prestiti privati alle imprese e alle famiglie a tassi non usurari.6) Rimessa sotto severo controllo e regolamentazione della finanza, con divieto alle banche di «creare credito da prestare alla speculazione, come l'acquisto di azioni 'on margin' (a prestito), fusioni, derivati».7) Abolizione della Banca Centrale privata come istituto d'emissione, mantenendola come camera di compensazione nazionale delle transazioni finanziarie.

Come Cook riconosce, «il sistema proposto è così diverso da quello odierno controllato dai finanzieri» che «capire esattamente come funzionerà richiede attento studio e oculato controllo».In ogni caso, secondo lui, avrà questi effetti: «Sul piano immediato farà passare le basi della nostra economia dalle banche indebitatrici a un sistema misto di credito creato direttamente dallo Stato e a livello di popolazione. Il governo sarebbe meno grosso, costoso e invadente, l'economia produttiva rinascerebbe, la democrazia economica diverrebbe realtà, il settore finanziario sarebbe raddrizzato. E la situazione internazionale sarebbe stabilizzata, perché non avremmo bisogno di uno stato di guerra permanente per accaparrarci le risorse delle altre nazioni (come in Iraq) allo scopo di tenere a galla il dollaro come moneta di riserva internazionale».Ciò che Cook propone è in fondo un grandioso sistema di auto-finanziamento nazionale: «consistente nel creare fonti di credito interne (indigenous) per mobilitare la ricchezza e produttività naturale della nazione».Come appunto fa il risparmio impiegato per investimenti, e come appunto erano i greenbacks, un prestito che la nazione fa a se stessa, fidando nella sua capacità di creare abbastanza ricchezza reale da poterlo ripagare.Facile?No.Ma il fatto è che il sistema attuale sta per scoppiare, dopo aver devastato e distorto l'economia globale da cui risucchia immensi profitti usurari.Il cambiamento è necessario.Che non sia facile lo crede anche Cook, perché conclude: «Come finirà dipende, in fondo, dal fatto se ci sia un Jefferson, un Lincoln, un Roosevelt in attesa dietro le quinte. La gloria di questi leader è dovuta ad un fattore critico: la loro capacità di applicare riforme monetarie nel momento della emergenza nazionale».

E' questo il problema: ci sono personalità, «caratteri», leader di coraggio e chiara visione?Li voteremmo, se apparissero?
Maurizio Blondet
Note
1) Richard Cook, «The crashing US economy held hostage», GlobalResearch, 7 luglio 2007.2) Per esempio l'Europa è meglio posizionata degli Usa di fronte alla grande crisi imminente, perchè ha adottato con meno dottrinario entusiasmo i dogmi del liberismo globale de-regolato, e perciò viene accusata (dai banchieri) di essere «passiva» e di «crescere poco». Lo riconosce anche Donald J.A. Kalff, economista e imprenditore (è stato nel board della KLM ed oggi possiede la impact, azienda di biotecnologie avanzate): «Contrariamente alla credenza generale, l'Europa come entità economica opera in una posizione di relativa forza nel mondo. La differenza dei ritmi di crescita rispetto agli USA è pesantemente distorta in favore degli USA dalla differenza di crescita demografica e da anomalie statistiche. Gli (apparenti) più alti ritmi di crescita degli USA dalla recessione del 2001 sono dovuti a una iniezione 'keynesiana' senza precedenti, e si direbbe irresponsabile, di liquidità nell'economia americana. Forte riduzione del prelievo fiscale, i più bassi tassi d'interesse della storia, e di conseguenza un mercato immobiliare febbrile, hanno assicurato una crescita continua nelle spese dei consumatori. Anche la crescente spesa pubblica (per le guerre) ha alimentato la crescita; ma il contributo degli investimenti privati e delle esportazioni alla crescita è rimasto indietro in modo sostanziale. Per contro, la competitività del settore privato europeo sui mercati mondiali è indiscutibile. Il WTO riporta che l'Europa ha una quota del 45% nelle esportazioni mondiali inter-regionali. Di conseguenza, l'Europa mantiene una bilancia eccedentaria rispetto al resto del mondo in fatto di export, e un avanzo strutturale verso gli USA… le imprese europee lavorano bene nonostante i significativi svantaggi competitivi». (Donald J.A. Kalff, «Europe as an economic location», discorso preparato per la Bertelsmann Foundation in occasione della conferenza europea «Quality of Work- Key Driver for more and better Jobs», Berlino 2-3 maggio 2007. Il discorso integrale può essere letto in inglese su sito di Europe 2020.

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